martedì 1 maggio 2012

the dreameR

E' come se fosse un conto alla rovescia. Con il cuore che continua a battere per inerzia, sto aspettando che il cronometro segni zero per dire: "Ecco. Chi non è mai esistito cesserà di esistere per davvero".Ho pensato di prendere una busta e avvolgerla intorno alla testa per respirare così l'aria che mi resta. Ma in tutto questo tempo solo gesti convulsi. 170 pillole inghiottite tutte in una volta, senza nemmeno aver bisogno dell'acqua per addolcire un po' il tutto. Solo fretta.fretta.fretta.fretta. Quel senso di fretta che prepotentemente incombe quando l'autobus è in partenza. Fretta. Di volersene andare e non aspettare la prossima fermata. Quella fretta che non lascia riflettere ma lascia solo agire. E poi io che vedo me stessa seduta sulla poltrona, con la sigaretta accesa. In quel momento, una serenità incredibile. Quella che cerco da sempre. Ma che è finita in un attimo: le pillole non erano abbastanza.
Al mio funerale non ci saranno lacrime 'rosa', lacrime d'amore. Lacrime che urlano "senza di te, non saprò come fare". Ci saranno solo lacrime di compassione e di pena. E per fortuna il funerale è il mio, altrimenti mi vergognerei a partecipare al festival dell'ipocrisia.
Ho smesso di fare del bene, perchè mi sono resa conto che gli uomini sono come degli asini con dei paraocchi: gli sfuggono le cose buone ma sono senz'altro bravi a cogliere anche il minimo errore.
Ma la morte dona un'aura bellissima. Il cadavere che viene mangiato dai vermi viene ripulito da qualsiasi sbaglio, qualsiasi crimine, qualsiasi negatività: tutto diventa limpido. Nessuno potrà più giudicare o volere male perchè sarà peccato e io sarò perfetta. 

Quando avrò il coraggio di farlo, al mondo non mancherò certo.

Ora, vi chiedo solo un'ultima cosa: rivolgetemi un applauso.
Quell'applauso che non mi avete mai rivolto.

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