Purtroppo non ci sono persone che possono essere importanti allo stesso modo.
La vita interpersonale può essere spiegata -per chi non sapesse come funziona- attraverso un semplice grafico. Immaginate una di quelle piramidi che stanno sui libri di storia delle medie per far capire come funzionavano le classi sociali medievali. Ecco, è uguale.
Al posto degli schiavi, ci sono le persone a cui diamo così poca importanza che nemmeno le prendiamo in considerazione. Al posto del Sovrano invece, in vetta, c'è la persona con la quale si vorrebbe condividere qualsiasi momento; sia bello che brutto. C'è la persona per la quale si rischierebbe la vita se necessario; la persona della quale non si ha paura, con la quale non ci si vergogna di niente, con la quale una discussione non è altro che una scusa per poi fare pace. C'è La Persona. C'è il punto di partenza e di arrivo. C'è il Punto. E questa persona, questa vetta, non potrà mai essere condivisa da più di un individuo.
Alla domanda "vuoi più bene a papà o mamma?" la risposta eticamente ritenuta giusta è "voglio bene entrambi allo stesso modo". Ma questa è la risposta sbagliata. C'è sempre qualcuno a cui si vuole più bene, anche di poco ma c'è. C'è sempre qualcuno, che difronte ad un bivio, sceglieremo rispetto ad un altro.
Il problema è che i piani bassi della mia piramide sono sovraffollati e la mia vetta, invece...mhm...
Se davvero le persone cominciassero a fare grafici di questo tipo, io sprofonderei nella depressione più totale sapendo che non sono il Sovrano di nessuno.
venerdì 20 luglio 2012
domenica 15 luglio 2012
post blue
Mi ha sempre giurato che con me è stato il più sincero possibile e che non mi ha mai detto nessuna bugia.
Io so che ci crede davvero, ma so anche che non è vero.
Per lui, sai, dire una stronzata equivale a tradirmi con un'altra ragazza oppure dire che mi ama anche se in realtà non è vero.
Ma i problemi sono due: non avrebbe mai potuto tradirmi, a parte me non se lo sarebbe preso nessuno. secondo, non ha mai detto che mi ama, a parte una volta. "ti amo quasi", disse. però è stato troppo tempo fa per rinfacciarglielo.
Diciamo, quindi, che lui non reputa una bugia dirmi che non vuole vedermi per lo studio, quando in realtà preferisce semplicemente stare a casa a vedere la tv piuttosto che vedere me. Ma ovviamente, come oso paragonarmi al suo LCD di ultima generazione. Non reputa una bugia dirmi che sono importantissima per lui e pochi giorni dopo dire "per me tu non sei nessuno rispetto agli altri. chi ti credi di essere?"
"Mi credo di essere quella che ascolta i tuoi problemi, le tue stronzate sull'università, i tuoi complessi esistenziali che non hanno senso. Mi credo di essere quella che quando ha avuto un problema e zero amici non ha potuto parlarne con te e preferiva sentire la tua lezione di biologia piuttosto che uscire e cominciare a fare amicizia. Mi credo di essere quella che ti è stata sempre vicino, mentre gli altri ti trattavano con indifferenza considerandoti un semplice optional di una serata noiosa"
Questo avrei voluto dirgli. Ma le mie corde vocali formulavano frasi del tipo "chi mi credo di essere? ma davvero dici? ma che domanda è? ti rendi conto?"
ti rendi conto.
ti rendi conto. che.ti.odio?
Io so che ci crede davvero, ma so anche che non è vero.
Per lui, sai, dire una stronzata equivale a tradirmi con un'altra ragazza oppure dire che mi ama anche se in realtà non è vero.
Ma i problemi sono due: non avrebbe mai potuto tradirmi, a parte me non se lo sarebbe preso nessuno. secondo, non ha mai detto che mi ama, a parte una volta. "ti amo quasi", disse. però è stato troppo tempo fa per rinfacciarglielo.
Diciamo, quindi, che lui non reputa una bugia dirmi che non vuole vedermi per lo studio, quando in realtà preferisce semplicemente stare a casa a vedere la tv piuttosto che vedere me. Ma ovviamente, come oso paragonarmi al suo LCD di ultima generazione. Non reputa una bugia dirmi che sono importantissima per lui e pochi giorni dopo dire "per me tu non sei nessuno rispetto agli altri. chi ti credi di essere?"
"Mi credo di essere quella che ascolta i tuoi problemi, le tue stronzate sull'università, i tuoi complessi esistenziali che non hanno senso. Mi credo di essere quella che quando ha avuto un problema e zero amici non ha potuto parlarne con te e preferiva sentire la tua lezione di biologia piuttosto che uscire e cominciare a fare amicizia. Mi credo di essere quella che ti è stata sempre vicino, mentre gli altri ti trattavano con indifferenza considerandoti un semplice optional di una serata noiosa"
Questo avrei voluto dirgli. Ma le mie corde vocali formulavano frasi del tipo "chi mi credo di essere? ma davvero dici? ma che domanda è? ti rendi conto?"
ti rendi conto.
ti rendi conto. che.ti.odio?
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